Storia delle scienze: matematica, fisica, biologia e altre: graduale è stata la scomparsa di grandi scienziati in Italia. Ormai i nomi sono quasi tutti di: anglosassoni, tedeschi, francesi, nord-europei e asiatici. Queste cose, è noto, non si cambiano; ma vogliamo almeno tutti insieme capire perchè?

martedì 9 marzo 2010

Migliorare fin dai primi anni


Vorrei giustificarmi se ancora parlo di scuole e non di università o di scienziati ma se noi abbiamo l'occasione di insegnare in un qualsiasi primo corso universitario italiano oggi abbiamo l'impressione di trovarci in una prima classe liceale; so che poi i mali da tutti conosciuti della ricerca universitaria del nostro paese (sprechi, scelte fasulle del personale insegnante, inconsistenza dei finanziamenti) sono le cause più pesanti del problema; ma il materiale umano che entra è sempre più scadente e perciò quando la politica e l'economia lo permetteranno bisognerà agire contemporaneamente su tutti i fronti utilizzando le risorse umane e culturali che ancora abbiamo. Certo ora siamo lontanissimi da ogni possibilità di cambiamento per l'inconcludenza del potere politico che ci governa.

domenica 7 marzo 2010

La scuola come comunità


Le scuole di ogni tipo non devono essere eccessivamente grandi, per risparmiare; bisogna evitare la spersonalizzazione, là dove ci sono piccoli o giovani. I presidi per esempio conoscendo un po' meglio i ragazzi e il personale (tecnici, bidelli, insegnanti, bibliotecari) e magari anche le famiglie, possono lavorare in modo meno formale e più umano e possono anche giudicare e correggere possedendo un maggior potere disciplinare e contemporaneamente una più elevata capacità di discernimento. Se riuscirò a ottenere la collaborazione di una interessante insegnante di scienze, si potrà vedere quante iniziative si possono intrecciare in una scuola non mastodontica. C' è, perché non dirlo, un numero non indifferente di insegnanti negativi nelle nostre scuole o per carattere, o per ignoranza o anche per malafede; sarà più facile in una comunità a misura d'uomo identificarli e cercare di aiutarli o spostarli verso attività meno pericolose. Sì un insegnante assai negativo può essere un pericolo per i suoi allievi. (non cadiamo nel perfezionismo, però, perchè la vita in sè non é perfetta.) Sarà piu facile anche accorgersi di abusi vari come bullismo, droga, ecc.

venerdì 5 marzo 2010

esami: pene per le raccomandazioni



Nella nostra utopia gli esami di ammissione non vengono falsificati dalla corruzione, cioé dalle raccomandazioni perchè in tal caso se ne invertirebbe uno degli scopi: invece di servire al superamento della rigidità delle classi sociali aiuterebbe la loro sopravvivenza. Alla stessa maniera ci si potrebbe abituare a sostenere spesso esami per ottenere borse di studio a tutti i livelli. In un paese moralmente deboluccio come il nostro sarà necessaria la massima prudenza e severità. (E pene vere e non prescrivibili neanche per le superiori autorità) Si potrebbe obbiettare che con tutti questi esami ed esamini sembra esserci contraddizione con ciò che si è detto nei giorni scorsi a proposito del trattamento formalistico dei fanciulli e dei giovani da parte degli adulti; si tratta invece di due fenomeni diversi: da una parte c'è una società estremamente esigente in quasi tutto l'arco della vita e dall'altro c'è un atteggiamento farisaico e stereotipato nei riguardi dei giovani, vecchio di secoli , che deve essere considerato ipocrita e dannoso per la società.

giovedì 4 marzo 2010

L'esame di ammissione


Vorrei sapere se (nell'utopica scuola del buon governo) sarebbero utili certi esami o esamini: in una scuola dove tutti arrivano a diciotto anni, anche coloro che si preparano ai lavori più modesti, penso che sarebbe necessario per esempio un esame di ammissione al triennio finale degli studi medi; insomma sarebbe,secondo me, più importante l'ammissione, dell'esame di licenza perché così: gli alunni e le loro famiglie prenderebbero sul serio la necessità di una ben radicata preparazione; le scuole di origine potrebbero essere meglio valutate da tutti,compresi i professori e i presidi che ci lavorano e le famiglie che vi iscrivono i propri figli; nei primi anni invece alcuni esamini potrebbero preparare i ragazzi all'idea dell'esame, tanto più che l'esame li accompagnerà per buona parte della loro giovinezza, (per esempio con i concorsi)

martedì 2 marzo 2010

Il giovane bloccato.


Più una società è costretta a coniugare l'antica percezione dell'immaturità del giovane con la necessità di un tirocinio lunghissimo (forse coronato, oggi, da una bella disoccupazione) più il giovane può essere spinto ad atteggiamenti abbastanza autolesionistici. Nelle società molto evolute il maggior peso dell'artificiosità dell'esistenza umana si scarica sui giovani; noi adulti a cui la società perdona molto: il turpiloquio, la collera, l'ozio, la menzogna, la violenza, l'infedeltà, l'amoralità economica, siamo convinti che però dobbiamo tartufeggiare coi minori e così spesso recidiamo ogni autentica comunicazione con loro. "Col minore, finchè é minore, non parlare da uomo a uomo."Come è noto c'è una fondamentale ambiguità dell'adulto nei riguardi del bambino e del giovane: "tu, crescendo mi conti le ore, sei il simbolo del mio passaggio dalla vigoria alla vecchiezza, sei il parassita della mia vita. Trattieniti più che puoi nel tuo limbo e non azzardarti ad attentare al mio letto e alla mia persona." Nei Paesi inceppati come il nostro l'adulto-vecchio a volte sceglie il giovane mediocre; sappiamo perché. Tutto questo ed altro entra nella nostra indagine sulla decadenza della cultura e della scienza in Italia.

lunedì 1 marzo 2010

Il bambino è una persona?


In buona fede la nostra società insiste nel negare al bambino la qualifica di persona.Il bambino è felice quando fa e non quando riceve.Uno dei caratteristici atteggiamenti di giovani reduci da qualche tentato suicidio è di riconoscere:"Io non servo a niente" cioè non sono (e non sarò per lunghissimo tempo). L'adulto non comprende la insopportabile lunghezza dei tempi dei giovani. Ci sono frasi illuminanti: bambini di dodici anni che dicono:"io per tutta la mia vita...." L'adulto pensa : "una vita così breve" Ma è stata lunghissima per il bambino, tanto lunga che spesso non ha il coraggio di sopportare l'idea degli anni a venire. In un ambiente sociale e culturale diverso il bambino criminale é stato dalle circostanze liberato dalla tutela stereotipata della società e sente di esistere, di essere normale! Viene la tentazione di pensare che anche il bullismo nelle scuole sia una scelta coscientemente criminale per sottrarsi alla negazione di sè. Rinunciare a educare? No ma meditare su queste cose per equilibrare e capire meglio i nostri errori di insegnanti e educatori.

domenica 28 febbraio 2010

Ancora sui problemi del bambino

Molti bambini soffrono in silenzio, per altri la vita è facile e felice; non è agevole riconoscere i due tipi: certo il bambino molto bravo, di bell' aspetto, di carattere forte, di famiglia felice ed equilibrata ha minori probabilità di appartenere alla triste schiera dei bambini infelici; ma noi ne sappiamo ben poco mentre ci curiamo di loro. Il segreto è, in genere, ben custodito. Perchè? Perchè l'amore dei genitori non riesce a rompere questa solitudine? Paradossalmente i genitori stanno all'origine di questi impedimenti che a volte un estraneo, per esempio un insegnante con le antenne, può almeno in parte penetrare. Quante cose potrebbero raccontarci, se potessero,gli psichiatri che, troppo tardi, ricevono le confidenze dei loro pazienti ormai adulti. Una cosa si può dire: il bambino soffre perchè é relegato nello stereotipo del bambino, antico come le civiltà, che forse, dovendolo proteggere, hanno inventato e perpetuato un distacco ,un relegamento come difesa anche dalla mortalità altissima di allora. Ancora nel Rinascimento i bambini toscani delle buone famiglie venivano lasciati presso le balie in campagna per lungo tempo. Sembrerà strano ma anche ora il bambino non è una persona per noi. In più questa nostra ultima civiltà è divenuta così complessa che siamo costretti in qualche modo a prolungare all'infinito l'aquisto reale della maggiore età. Sui giornali a volte si parla di un trentenne chiamandolo ragazzo, quando nel Rinascimento l'età media era di quarant'anni! Continuo domani.

sabato 27 febbraio 2010

Nelle biblioteche un modo di pensare ai nostri figli


Sarebbe bello se nelle ore serali si organizzssero nelle biblioteche di quartiere o scolastiche degli incontri liberi con genitori, con insegnanti, con persone di cultura, psicologi, anziani. A scuola si sente la necessità di confrontarsi con le famiglie fuori dai soliti riti scolastici. Ricordo di aver conosciuto genitori in buona fede che mi riferivano di dare sempre poca importanza ai successi dei figli e di calcare eccessivamente sui difetti e sugli insuccessi. Altri non avevano tempo e lasciavano i bambini un po' troppo soli dando loro poi sempre ragione nei confronti della scuola. In tutti i casi dovremmo trattare i nostri figli come persone,che vogliono essere rispettate, acquistando autonomia e competenze prima possibile. Il bambino vorrebbe avere una opinione positiva di sé, ma autentica, non falsata dai rigidi schemi degli adulti; la infelicità dei bambini è spesso così grande e così ben nascosta perchè lui è separato da una secolare consuetudine di formalismo dal mondo che lo circonda.Questo ed altro si potrebbe cercare di comprendere se ci si confrontasse in modo più informale. e più spesso.

venerdì 26 febbraio 2010

Utopia:soldi alla scuola



Se noi acquistiamo coscienza del destino che ci aspetta, con istituti culturali spariti oppure diventati l'ombra di se stessi e tutto tutto in discesa; gli analfabeti di ritorno di cui abbiamo parlato ieri, le scuole elementari che non possono aprire nuove classi per motivi economici, credo che appena possibile (utopia?) dovremo iniziare le elementari a cinque anni e chiudere le scuole superiori a diciotto. Solo così col tempo e con altri tipi di governo, non populisti ma severi e costruttivi,potremo cominciare ad avvicinarci di nuovo allo standard culturale dei paesi a noi più vicini: Francia, Germania, Austria, Belgio, Olanda, Finlandia, Svezia, Norvegia,Danimarca. In questi paesi i pendolari in treno leggono quasi tutti; in Italia è il contrario. Io certe volte quasi ammiro quelle persone (italiane, naturalmente) che,circondate da turisti stranieri che leggono e a volte scrivono, stanno per un'ora a guardare davanti a sé senza annoiarsi; chissà a che pensano. E non mi si dica che è colpa della televisione ormai al collasso, o degli altri diversivi elettronici perchè queste cose ci sono anche nei paesi che ho citato prima.

giovedì 25 febbraio 2010

Analfabetismo di ritorno


Analfabetismo di ritorno: le cifre non le ripeto perché spero che siano sbagliate. L'abitudine alla lettura, l'amore per il libro, che è una passione inestirpabile (quando nasce)dovrebbero essere incoraggiati attraverso la scuola certamente, ma anche da una istituzione fondamentale che è la biblioteca di quartiere o di paese ,che dovrebbe avere però una caratteristica: aperta, tutto il giorno! Le biblioteche chiuse quasi sempre servono a poco, molto poco: le biblioteche non sono passate di moda, soppiantate dalle altre tecnologie elettroniche. Da noi per esempio a Roma non ci sono e in altri paesi d'Italia esistono e accolgono tutti e, esistendo, organizzano pure piccole mostre, dibattiti,conferenze, corsi per l'uso del computer e tante altre cose.Si va in biblioteca a leggere il giornale, la rivista, per usare internet , per portarsi a casa l'ultimo romanzo dell'autore preferito.E se qualcuno pensa che così si venderanno meno libri e meno giornali e riviste non ha ancora provato il fascino della lettura e le sue conseguenze.

lunedì 22 febbraio 2010

Ancora sul biennio orientativo


Vediamo di fare qualche critica, spero costruttiva, alla proposta di ieri sul biennio orientativo: intanto mi sono dimenticata la geografia descrittiva (l'altra geografia rientra nelle scienze); sarà stato forse l'effetto Gelmini. Poi si potrà obbiettare che le materie sono troppe nel primo anno del biennio. Non è necessario che si svolga un gran programma, l'importante é che quel poco che si fa lo si faccia bene.(poche ore per materia); ricordiamoci che questo biennio dovrà essere una novità metodologica , molto elastico e aperto a sperimentazioni interdisciplinari; il secondo anno le scelte dovranno essere guidate e chiaramente dirette all'iscrizione in una delle scuole superiori previste dall'ordinamento scolastico; mi rendo conto che in una scuola da sempre ingessata e adesso impoverita dalla crisi economica e dai grandi errori politici di cui spesso parliamo, questa proposta è, per ora, assai lontana dalla realtà. Ma non illudiamoci di superare lo scoglio della scelta della vita con i soliti sermoni o coi consigli resi poco validi dall'età anagrafica dei ragazzi.

domenica 21 febbraio 2010

Biennio sperimentale orientativo


Scegliere il proprio indirizzo di studi dopo la media inferiore è difficile e a volte pericoloso per gran parte degli scolari e anche dei loro genitori. Ci sono sì i consigli della scuola ma non bastano, in realtà i ragazzi sono troppo giovani. Proviamo, coscienti di tutte le difficoltà e i pericoli, a immaginare nel regno di utopia un biennio molto formativo, cioè con materie fondamentali quali la matematica le scienze la storia la filosofia la linguistica (con i primi rudimenti del greco e del latino) la robotica le lingue staniere. Naturalmente questa potrebbe essere una esperienza sperimentale ben controllata e condotta.Nel secondo anno i ragazzi e le loro famiglie dovrebbero essere aiutati a orientarsi puntando sulle materie corrispondenti agli indirizzi di studio dei vari licei istituti scuole. Ma potrebbero anche essere aiutati a cambiare qualche materia se nella scuola ci fossero tutori preparati e prudenti e se questo biennio divenisse un laboratorio serio e dotato di una flessibilità particolare. Risultati? La scelta giusta per ragazzi di ogni classe sociale, una minore perdita di cervelli indirizzati al posto giusto e la nascita di una decisione eroica: quella della scolarizzazione italiana almeno fino a diciotto anni. Con borse di studio, ahimé, non fondate sulle attuali dichiarazioni IRPEF.

sabato 20 febbraio 2010

Il culturame


Ho rivisto da qualche parte questa parola detta da non so quale politico: sicuramente questa parola non dice niente agli italiani di oggi ma era usata al tempo del fascismo per disprezzo riguardo agli uomini di cultura sempre sospetti. Era come se avessi visitato un mondo antichissimo. Impressionante. Chi sa chi, della nostra cara classe politica ora governante, l'ha detto. Era come aver gettato un ponte verso gli anni trenta-quaranta del secolo passato. Eppure noi riaffermiamo l'utopia, riparliamo di scuola, di università, di scienza da salvare. Affermiamo che ci sono persone normali che non vogliono ducetti, che vogliono una magistratura indipendente, uno stato laico, una ricostruzione economica del paese fondata sulla giustizia fiscale e su leggi uguali per tutti.

venerdì 19 febbraio 2010

Cercano soldi ma non cercano gli evasori


C' é qualcosa che non capisco: oggi si parla tanto della corruzione e, nell'insieme, di illegalità dila gante ma non si dice che la prima forma di illegalità, che sembra lasciare indifferenti noi italiani, anche quelli che si considerano onesti, è l' evasione fiscale. Intere zone del nostro paese sono coltivate da schiavi non certo iscritti all'I.N.P.S, sotto gli occhi di tutti, carabinieri, polizia, guardia di finanza, magistratura, uffici delle Entrate! Io sento parlare continuamente, anche oggi, di risparmiare su questo ,su quello, ma raramente le cure del governo annunciano una grande offensiva contro l'evasione, anzi noi siamo il paese degli scudi e dei condoni.In America, ai tempi, si riusciva a arrestare un mafioso solo se evasore. Per me se i politici si mettono a fare la corte agli evasori, perchè sono tanti e il loro voto è essenziale, finiremo prima o poi sotto una di quelle dittature populiste dove però si vota per salvare la faccia, rappresentate da ignoranti, grassatori e,magari, razzisti,perchè il razzismo soddisfa il senso della comunità e della paura.

lunedì 15 febbraio 2010

Spendere per le nostre scuole(pubbliche)


Le nostre scuole pubbliche sono diventate poverissime. Questo significa che i destini dei pochi benestanti e della massa dei cittadini si allontaneranno l'uno dall'altro sempre di più e questo non è solo il contrario dello spirito della nostra Costituzione, ma in termini prosaici è spreco perché i primi anche se mediocri faranno il buono e il cattivo tempo, i secondi, anche quando potenziamente fossero dei geni si perderanno. Nel dopoguerra la segregazione delle classi disagiate , tipiche delle dittature, è andata man mano diluendosi; ma quando una democrazia si dissolve e per avere più voti si accontentano gli evasori e si corteggiano le scuole private e tutto ciò che sta loro dietro il declino rischia di diventare un tonfo.

domenica 14 febbraio 2010

Cura da cavallo per il declino italiano


Che c'entrano tutte queste minuzie dedicate poi ai più piccoli quando hai impostato il tuo blog sul problema del rapidissimo declino della scienza italiana? Vorrei insistere sul principio che la decadenza si può invertire con umiltà e con uno sforzo generalizzato in molti campi di questa nostra cultura italiana in crisi; i nostri tentativi si devono indirizzare fin dalle origini del processo educativo ; Non ci illudiamo di migliorare con i miracoli. Probabilmente ci vorranno anni perchè si cominci a vedere qualcosa di buono, però ricordiamoci che non siamo un paese di terra bruciata; è necessario prima di tutto che cresca e si allarghi la consapevolezza del problema che come tutti sappiamo è anche politico ed economico. Ché quando i governi si accorgeranno di quanto sarebbe facile far pagare le tasse agli evasori con i nuovi mezzi informatici che ci sono oggi usando la severità invece dei condoni,le nostre scuole potrebbero rifiorire se ben indirizzate; si potrebbe per esempio non risparmiare col maestro unico un po' deamicisiano, ridato a una generazione di bambini ormai smaliziati tanto che vengono chiamati Nativi elettronici!

sabato 13 febbraio 2010

Formare le classi con metodo


Il principio che sta alla base del lavoro con le schede per la formazione delle classi è che alla fine tutte le classi devono risultare rigorosamente omogenee. La commissione poi dovrà trovare un accordo su alcuni punti difficili. per esempio: è vero che in ogni classe dovranno stare bambini abitanti in luoghi socialmente diversi in modo che non escano classi non omogenee ma bisogna anche salvare anche una coppia di bambini vicini di casa o comunque provenienti dallo stesso asilo.Ora c'è il nuovo problema degli stranieri; anche qui la commissione dovrà, in base ai dati delle schede, decidere in tutte le classi quale criterio scegliere, perché il problema sarà da una parte quello dell'omogeneità e dall'altra quello del buon senso che varierà a seconda delle situazioni. Non si deve sottovalutare il lavoro di questa commissione che dovrà stoicamente dire no a tutte le pressioni di raccomandazione. Tutto ciò renderà molto meno difficile il lavoro degli insegnanti.

venerdì 12 febbraio 2010

Ancora formazione classi


Parlo, per fare meno fatica, della formazione delle classi in una scuola elementare dove siano previste dieci classi di ventiquattro bambini. In tutto duecentoquaranta; prima di tutto è necessario creare, traendole dai vari documenti, duecentoquaranta schede con : luogo di abitazione, precedenti esperienze di frequenza in asili e quali, se disabili e in quale tipo e grado di disabilità, se italiani, se stranieri nati in Italia, etnia di questi ultimi, se stranieri arrivati e quando, etnia di questi ultimi; se i bambini stranieri potessero essere conosciuti prima della formazione delle classi si potrebbe tentare una specie di definizione della loro capacità di parlare italiano; non escludiamo altre indicazioni discusse e approvate dalla commissione.domani bisognerà parlare di come utilizzare al meglio queste schede.

giovedì 11 febbraio 2010

La commissione per la formazione dei gruppi o delle classs


Ieri abbiamo parlato di grande elasticità nel formare gruppi o classi: la commissione che se ne occupa deve essere avvertita delle esigenze che già vengono espresse dal basso(non dal Ministero ma da un nuovo movimento culturale che deve nascere nel nostro paese se vogliamo raddrizzarlo) .Basta con le raccomandazioni! Attualmente queste commissioni sembrano avere soprattutto questo compito, che nelle scuole è un modesto strumento di potere. Bisogna elaborare una serie di regole delle quali vorrei parlare domani per esteso, naturalmente solo come apertura di dibattito e con la consapevolezza dell'estrema variabilità delle situazioni, sia nelle elementari che prima. Se non nasce un movimento culturale e politico, ci troveremo sempre a sentire piccole e ingenue disposizioni come quella recente del trenta per cento che cade su un paese da decenni indifferente ai problemi dell'istruzione.

mercoledì 10 febbraio 2010

Bambini stranieri a scuola


I bambini stranieri nelle nostre scuole costituiscono un problema difficile ma anche appassionante sia a livello di studio e di ricerca pedagogica sia a livello pratico. La caratteristica fondamentale mi sembra essere l'estrema varietà delle situazioni che si presentano: varia il rapporto numerico con i bambini italiani,variano le nazionalità all' interno del gruppo straniero,varia la data di entrata nella
comunità italiana. La elasticità degli asili o delle elementari è messa a dura prova: una cosa è chiara: gli insegnanti dovranno avere un po' meno alunni, senza canoni fissi, ma in rapporto a come si presenta la situazione in quell'anno. Più importanti del solito perciò dovranno essere le attività delle commissioni che, dentro i singoli istituti, sono preposte alla formazione dei gruppi o delle classi.

martedì 9 febbraio 2010

Dischi di canzoncine in lingua straniera moltoutili


Negli asili pre- elementari ritengo che siano molto utili vari dischi di canzoncine della lingua straniera prescelta che i bambini finiranno per imparare senza una grande conoscenza del loro significato; per esempio :questa canzone parla di una barchetta in mezzo al mare. Non c'è a mio parere un sistema migliore per entrare nella natura e nella ortofonia di un linguaggio quando non si abbiano mezzi più costosi come per esempio gli istitutori di lingua madre riservati a pochi.

domenica 7 febbraio 2010

Bambini disabili. bambini stranieri.


Prima delle elementari queste due categorie di bambini così diverse tra loro avranno comunque bisogno di un impegno e di una attenzione speciali: per i disabili c'è da tempo una grande esperienza e un impegno avanzato ma ancora tutt'altro che sufficiente.
Per i bambini stanieri noi in Italia siamo indietro perchè l'emigrazione da altri paesi è avvenuta qui più tardi. Comunque abbiamo anche perso tempo cioè abbiamo perso bambini. Per un maestro delle elementari sarebbe un sogno trovarsi in prima con bambini stranieri provenienti da asili nido e scuole materne. Avete un'idea delle difficoltà di alunni magari di diverse etnie e a volte senza voce in classe? Mi dicono che gli stranieri sono spesso più maturi e interessanti dei loro coetanei di madre lingua italiani.Come si vede si tratta di tutto un campo assai importante da approfondire, sia per gli studiosi, sia per i poveri insegnanti abbandonati a se stessi.

sabato 6 febbraio 2010

ancora asili nido


Gli asili nido e le scuole materne non devono essere luoghi dove si va per raccomandazione o per punteggio. Si parla di poche nascite e non si risponde con uno dei rimedi più ovvi.La vita della donna moderna viaggia tra passato e presente: prima si prepara seriamente per un lavoro che dia qualche sicurezza rimandando con dolore la prima gravidanza e poi deve affidare i bambini alla madre, di mezz'età, che lavora ancora e spesso già deve occuparsi degli anziani della famiglia; oggi queste situazioni rappresentano un piccolo inferno per tantissime donne che si avviano alla pensione sempre più stanche e sempre più gravate.
Dunque gli asili pre elementari numerosi e nella stessa sede per semplificare la vita alle famiglie.

giovedì 4 febbraio 2010

Asili nido


Nei prossimi anni ci attendono problemi complessi e, come sempre,nuovissimi.Il destino dell'Europa stretta tra oriente e occidente.Come riflesso condizionato pensiamo subito:noi europei dobbiamo valorizzare la nostra cultura e le nostre grandi tradizioni.Forse non andrà così nemmeno questo;è incredibile come i popoli nuovi riescano in pochissimo tempo a impossessarsi anche della cultura degli altri e a viverla come se ne fossero i naturali continuatori.E le mammelle che hanno allattato i giovani barbari si afflosciano miseramente.Né sappiamo dei grandi squilibri demografici che ci attendono.Se noi,proprio noi,dovremo emigrare per sopravvivere.Ma intanto proponiamo di operare, kantianamente, come se sapessimo; proponiamo di costruire belle scuole per civili giovani cittadini,come se,questo potesse aiutarli a vivere ,forse,a lavorare.
Proponiamo di spendere per gli asili nido e per le scuole materne,perché è più economico!Dovranno disposti in modo capillare e qui comincerà quell'opera di accoglienza educatrice per tutti i bambini vecchi e nuovi,e anche nuovissimi. Non possiamo permetterci più di sprecare bambini.Ne abbiamo già sprecati tanti. Insegnamogli l'amore per il sapere, per la giustizia,per gli altri. Insegnamogli a parlare,facendoli parlare. Insegnamogli a cercare, a trovare insieme. Rispettiamo le loro diversità, religiose, linguistiche, etniche. Siamo coerenti. Selo ricorderanno.

martedì 2 febbraio 2010

Una scuola media inferiore e superiore ideale?


Almeno due lingue straniere dall'inizio,possibilmente utilizzando stranieri di madre lingua nelle prime classi.Corsi di robotica di base (fin dalle elementari). Matematica insegnata solo da matematici che abbiano seguito un semplice e veloce corso per insegnare. Scienze esattamente come sopra. Italiano con seri riferimenti al latino e comunque con severo corso di analisi logica. Storia molto approfondita negli aspetti culturali contemporanei al periodo studiato;(storia delle varie scienze del pensiero ecc.)Geografia nei suoi vari aspetti, collegata quindi con le altre discipline, Economia dall'inizio. Il tutto con iniziative ben preparate di attività interdisciplinari. Tra la scuola media inferiore ed inferiore due anni anomali in cui si continuano le materie già dette però con una prospettiva orientativa e in qualche modo mobile con lo scopo di favorire le scelte finali.Seguirò domani a spiegarmi in dettaglio.

lunedì 1 febbraio 2010

Il sogno di una sola università diversa


In una città italiana speciale sognamo di poter fondare una Università utopica,libera da tutto il coacervo di leggi e leggine dell'ultimo quarantennio, ma statale. Tutti diciamo che i professori dovrebbero essere scelti in modo diverso;ma quale? E poi che gli allievi meritevoli potrebbero usufrire di borse di studio se ne avessero bisogno; ma con quali mezzi verificare questo bisogno? Con la dichiarazione irpef che in Italia è troppo spesso una barzelletta? In un Paese in cui l' evasione fiscale viene incoraggiata da continui condoni e da una politica più interessata alla ricerca di facili voti che alla severità e alla giustizia?

sabato 30 gennaio 2010

modesta proposta


Propongo un'inchiesta nelle università italiane soprattutto scientifiche per vedere dove sono andati a finire i laureati degli ultimi dieci anni e perchè. Sarebbe interessante conoscere i pareri degli insegnanti riguardo a questa emigrazione e vedere anche se e in quale misura esista un'emigrazione di segno contrario cioè da altri paesi in Italia e da quali paesi.

Due nuove generazioni


Da molte testimonianze quotidiane ho notato che a livello scientifico universitario i nostri giovani oggi si dividono già in due generazioni:quelli vicini ai trenta un po' disperati, che decidono di emigrare se ci riescono,quelli da poco iscritti, che studiano molto le lingue straniere perchè già sanno che dovranno fare le valige;è una consapevolezza recente e in un certo senso nuova perchè é diventata generalizzata e non proprio legata alla attuale crisi mondiale ma alle amare esperienze degli ex aspiranti scienziati quarantenni,una generazione sprecata.I ricchi mandano subito all'estero i loro figli più ambiziosi che non hanno certo studiato l'inglese,il tedesco o il cinese nelle scuole statali italiane che offrono un insegnamento tanto mediocre da rasentare il pericolo di impostazioni e pronuncie difficili da sradicare.

giovedì 28 gennaio 2010

La scuola sepre più ridotta in materie e insegnanti


Risparmio di materie e di insegnanti: si profila minaccioso,per la geografia,e forse per altre discipline scientifiche il risparmio dello stato.Io mi chiedo sempre:oggi con tutte le tecnologie che ci sono, per esempio per individuare tutte le case e casette del paese, perchè si permette ancora l'evasione quasi universale dei redditi degli affitti,la assoluta assenza di migliaia di fabbricati dai catasti?
Nei prossimi giorni seguiamo con attenzione i tagli della ministra.

martedì 26 gennaio 2010

emigrare in Cina


Di oggi è la notizia che la Cina sarebbe al secondo posto nella ricerca scientifica dopo gli Stati Uniti.Sarà facile in futuro per gli italiani disoccupati emigrare in Cina?Ai bambini facciamo studiare il cinese e l'inglese.E poi si potrà fare i badanti in Cina.Lì tra un po' ci saranno tanti vecchi con pochi figli prevalentemente maschi.Buone probabilità per le nostre giovani badanti,magari laureate,di sposare cinesi benestanti.

lunedì 25 gennaio 2010

Bisognerà copiare

Ieri avrei dovuto dire:lotta alle mafie, lotta all'evasione fiscale,e poi copiatura di uno o più sistemi educativi visto che i nostri tentativi( vedi le varie riforme e riformine attuali) sono un disastro. Chi non sa deve copiare.Non c'è niente di umiliante.Gli arabi copiarono la Grecia e lIndia ,il medioevo cristiano gli arabi;e così la scienza andò avanti.Ma ogni popolo,si dirà,ha le sue tradizioni;ma le nostre attualmente stanno evaporando.Non tutti però sanno copiare ma a noi resta quel tanto di cultura che potrebbe permetterci di copiare bene. Anzi anche per l'evasione fiscale e per la disastrosa lentezza della magistratura si potrebbe trovare da copiare, per le mafie temo di no,ormai sono un cancro.
Ma torniamo alla scienza:prima che innumerevoli italiani debbano emigrare magari come
badanti;tecnici,diplomati, operai,laureati in India o in Svezia, mandiamo qualcuno a copiare.

domenica 24 gennaio 2010

Che fare?

Quando un Paese è diventato povero ed è chiaramente in decadenza, per prima cosa dovrebbe acquistarne chiara ed universale coscienza,senza comodi silenzi, (anch'io qui modestamente sto cercando di farlo).Disgraziatamente in genere accade il contrario:l'incultura e la superficialità dominanti spingono addirittura a entrare in fasi di semi-democrazia come sta accadendo da noi con l'esautorazione del Parlamento e della Magistratura ( e già così il gioco è fatto).Sarebbe necessario invece uno sforzo collettivo per salvare la vera democrazia,diventare così coscienti dell'abisso che aspetta tutti i giovani di questo paese:essi si troveranno tra un decennio a cercare asilo altrove scappando da un Italia balcanizzata e dai suoi dittatorelli. Si potrebbe stabilire un disperato programma in due punti:combattere il cancro delle mafie e puntare,copiandole,solo su nuove eccellenti tecnologie educative.

venerdì 22 gennaio 2010

Alzare la mano a scuola in Inghilterra

Sembra la stessa cosa ma non è:per me alzare la mano in classe significa farlo di propria iniziativa mentre l'insegnante fa lezione, significa cioè interrompere (apparentemente )la lezione per:esprimere un'idea interessante che è venuta in quel momento,chiedere di ripetere o di spiegare in altro modo,richiedere ancora se c'è un intoppo nella comprensione,fare una domanda,affermare di non essere d'accordo e perché,dire che sono stanchi e che vorrebbero riposare,chiedere di andare al bagno,dire che non si sente bene lui (o lei) eccetera.
In Inghilterra giustamente criticavano un metodo assolutamente negativo:quello di fare domande dalla cattedra alla classe per vedere chi è più bravo ,più veloce, più furbo.Questo metodo è selettivo e intimidatorio;non favorisce l'idea della lezione come conversazione,non diminuisce lo strapotere dell'insegnante ma lo esalta. Naturalmente dietro ci sono due stili diversi:uno aggressivo,l'altro volto a suscitare idee e a difenderci dalla soffocante passività a cui le istituzioni sembrano condannarci.Ma per far questo è necessario un insegnante culturalmente impegnato a liberare energie a simpatizzare con i timidi a difendere gli ultimi dalle prepotenze e,a volte,dalle persecuzioni dei bulli;un insegnante amico,non aggressivo,

mercoledì 20 gennaio 2010

Da noi tardi la storia della scienza


Storia della scienza? Nel dopoguerra la cultura italiana un po'crociana ma soprattutto baronale e supponente non curava molto né traduceva da paesi più evoluti la letteratura di divulgazione scientifica a cui partecipavano studiosi come
Whitehead,Wiener,Infeld;pian piano poi le cose sono cambiate ma forse troppo tardi? Insomma è difficile capire che cosa è accaduto in Italia per ridurci così.Sto cercando in modo frammentario e disordinato -per ora-cause e problemi.Spero di mettere in luce vari aspetti del disastro che ci attende.

Piccolo modo per salvare la creatività


Si dice sempre che la creatività del bambino diminuisce gradatamente con la rigida disciplina dell'apprendimento passivo .Ma non possiamo fare a meno di questo nella lunga carriera dello studente.Dopo i primi anni d'insegnamento in cui seguivo le orme di chi mi aveva preceduto sono cambiata:invitavo i ragazzi a interrompere con la mano alzata la lezione;solo un quinto circa della classe era già abituata a farlo,per gli altri era un invito imbarazzante e strano;non se ne capiva la necessità.Trovammo anche un modo semplice per annotare e valutare gli interventi in un'agenda.Dopo qualche tempo gli interventi dal posto coprivano i quattro quinti degli alunni nè venivano in nessun modo disturbati coloro che non lo facevano per rispetto del loro temperamento;ricordo che i colleghi di altre materie che insegnavano anche ai miei ragazzi mi rimproveravano un po'la fastidiosa abitudine dei miei alunni;almeno lo avessero fatto alla fine della lezione!

martedì 19 gennaio 2010

Amare considerazioni sulla matematica in Italia

Quante volte abbiamo sentito dire "odio la matematica"? Perchè non capita per altre discipline? Probabimente per le ragioni che abbiamo denunciato:è una materia di cui si nasconde il fascino per insipienza e per tradizione.Oggi che in Italia le scuole e le Università sono in irreversibile decadenza,il vuoto si sta facendo più evidente.Una cieca distinzione tra "le due culture" ha portato a termine la rovina.Il declino delle Università con i loro sterili nepotismi non spinge certo i giovani anche dotati a iscriversi a una facoltà che porterebbe solo all'insegnamento.

domenica 17 gennaio 2010

Matematica come madre della tecnica?


Presentare la matematica come matrice delle conquiste tecnologiche, come non fecero i miei professori di liceo? Oppure presentarla come vicenda di ricerche, di discussioni appassionate ieri come oggi?(come non fecero i miei professori di liceo?) Proporrei di presentare contemporaneamente le due facce ma da subito storicizzare per evidenziare l'aspetto più affascinante di questa disciplina che mai più dovrebbe essere odiata come capita adesso.

venerdì 15 gennaio 2010

insegnamento della matematica.


La matematica fino alla licenza liceale classica a me è stata insegnata sempre e da vari professori come se fosse una serie di giochi facili e assai interessanti;se avessero aggiunto anche le regole del bridge non mi sarei meravigliata; mi piaceva anche perchè non era necessario studiarla, bastava ascoltare bene la lezione, fare gli esercizi a casa lo trovavo divertente.Tutto qui;non sapevo che esistesse una storia della matematica e che la matematica era stata ed era una affascinante vicenda di ricerche, di vittorie e di sconfitte;nè il professore di storia della filosofia si interessava di queste cose.(Le due culture)Quindi in un classico si studiava poca matematica e male:né cultura né applicazioni pratiche.
Vorrei tanto sapere come stanno le cose oggi qui in Italia e se c'è un dibattito e dove.

giovedì 14 gennaio 2010

Una ipotesi modesta

Penso che un bambino-ragazzo che sia destinato teoricamente a diventare uno scienziato abbia bisogno di trovare nell'ambiente in cui vive molti elementi di stimolo che pian piano potremmo enumerare.Uno di questi è l'emozione della ricerca fine a se stessa.

mercoledì 13 gennaio 2010

Cerchiamo le cause più facili.


Uno scienziato nasce quando,a mio parere,acquista entusiasmo e passione nei primi vent'anni della sua vita.Se è così cosa manca nelle nostre scuole?

martedì 12 gennaio 2010

Altra ipotesi


Forse invece italiani geniali sono gradualmente scomparsi se vogliamo applicare anche in questo campo il nuovo punto di vista dell'epigenetica che sembra con nuovi sistemi di ricerca tornare alla vecchia teoria di Lamarck (1744-1829) secondo cui i caratteri acquisiti durante la vita ,per esempio in un ambiente modificato ,diventano ereditari incidendo così sul DNA. In questo caso non ci sarebbe più spreco di giovani geni italiani perché questi sarebbero semplicemente spariti.

Io vorrei semplicemente stimolare un dibattito e una ricerca che forse col tempo potrebbe uscire dal disordine e raggiungere qualche risultato.



domenica 10 gennaio 2010

Quanto spreco

Mi presento brevemente: non sono una scienziata ma un'ex insegnante di lettere che nella storia tradizionale dei programmi statali ha sempre inserito la storia delle scienze, della filosofia e di tutto ciò che va inserito nel momento giusto. Per questo ho frequentato e frequento tuttora tanti libri di divulgazione scientifica. E perciò, come accadrà probabilmente a molti di voi, vorrei tanto approfondire questo fenomeno: perché negli ultimi tempi ci siamo trovati fuori?
Si può credere che improvvisamente una popolazione intera subisca un impoverimento genetico corrispondente esattamente con i confini artificiali statali? No. Allora parliamo di spreco.