martedì 2 marzo 2010
Il giovane bloccato.
Più una società è costretta a coniugare l'antica percezione dell'immaturità del giovane con la necessità di un tirocinio lunghissimo (forse coronato, oggi, da una bella disoccupazione) più il giovane può essere spinto ad atteggiamenti abbastanza autolesionistici. Nelle società molto evolute il maggior peso dell'artificiosità dell'esistenza umana si scarica sui giovani; noi adulti a cui la società perdona molto: il turpiloquio, la collera, l'ozio, la menzogna, la violenza, l'infedeltà, l'amoralità economica, siamo convinti che però dobbiamo tartufeggiare coi minori e così spesso recidiamo ogni autentica comunicazione con loro. "Col minore, finchè é minore, non parlare da uomo a uomo."Come è noto c'è una fondamentale ambiguità dell'adulto nei riguardi del bambino e del giovane: "tu, crescendo mi conti le ore, sei il simbolo del mio passaggio dalla vigoria alla vecchiezza, sei il parassita della mia vita. Trattieniti più che puoi nel tuo limbo e non azzardarti ad attentare al mio letto e alla mia persona." Nei Paesi inceppati come il nostro l'adulto-vecchio a volte sceglie il giovane mediocre; sappiamo perché. Tutto questo ed altro entra nella nostra indagine sulla decadenza della cultura e della scienza in Italia.
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