Storia delle scienze: matematica, fisica, biologia e altre: graduale è stata la scomparsa di grandi scienziati in Italia. Ormai i nomi sono quasi tutti di: anglosassoni, tedeschi, francesi, nord-europei e asiatici. Queste cose, è noto, non si cambiano; ma vogliamo almeno tutti insieme capire perchè?

sabato 30 gennaio 2010

modesta proposta


Propongo un'inchiesta nelle università italiane soprattutto scientifiche per vedere dove sono andati a finire i laureati degli ultimi dieci anni e perchè. Sarebbe interessante conoscere i pareri degli insegnanti riguardo a questa emigrazione e vedere anche se e in quale misura esista un'emigrazione di segno contrario cioè da altri paesi in Italia e da quali paesi.

Due nuove generazioni


Da molte testimonianze quotidiane ho notato che a livello scientifico universitario i nostri giovani oggi si dividono già in due generazioni:quelli vicini ai trenta un po' disperati, che decidono di emigrare se ci riescono,quelli da poco iscritti, che studiano molto le lingue straniere perchè già sanno che dovranno fare le valige;è una consapevolezza recente e in un certo senso nuova perchè é diventata generalizzata e non proprio legata alla attuale crisi mondiale ma alle amare esperienze degli ex aspiranti scienziati quarantenni,una generazione sprecata.I ricchi mandano subito all'estero i loro figli più ambiziosi che non hanno certo studiato l'inglese,il tedesco o il cinese nelle scuole statali italiane che offrono un insegnamento tanto mediocre da rasentare il pericolo di impostazioni e pronuncie difficili da sradicare.

giovedì 28 gennaio 2010

La scuola sepre più ridotta in materie e insegnanti


Risparmio di materie e di insegnanti: si profila minaccioso,per la geografia,e forse per altre discipline scientifiche il risparmio dello stato.Io mi chiedo sempre:oggi con tutte le tecnologie che ci sono, per esempio per individuare tutte le case e casette del paese, perchè si permette ancora l'evasione quasi universale dei redditi degli affitti,la assoluta assenza di migliaia di fabbricati dai catasti?
Nei prossimi giorni seguiamo con attenzione i tagli della ministra.

martedì 26 gennaio 2010

emigrare in Cina


Di oggi è la notizia che la Cina sarebbe al secondo posto nella ricerca scientifica dopo gli Stati Uniti.Sarà facile in futuro per gli italiani disoccupati emigrare in Cina?Ai bambini facciamo studiare il cinese e l'inglese.E poi si potrà fare i badanti in Cina.Lì tra un po' ci saranno tanti vecchi con pochi figli prevalentemente maschi.Buone probabilità per le nostre giovani badanti,magari laureate,di sposare cinesi benestanti.

lunedì 25 gennaio 2010

Bisognerà copiare

Ieri avrei dovuto dire:lotta alle mafie, lotta all'evasione fiscale,e poi copiatura di uno o più sistemi educativi visto che i nostri tentativi( vedi le varie riforme e riformine attuali) sono un disastro. Chi non sa deve copiare.Non c'è niente di umiliante.Gli arabi copiarono la Grecia e lIndia ,il medioevo cristiano gli arabi;e così la scienza andò avanti.Ma ogni popolo,si dirà,ha le sue tradizioni;ma le nostre attualmente stanno evaporando.Non tutti però sanno copiare ma a noi resta quel tanto di cultura che potrebbe permetterci di copiare bene. Anzi anche per l'evasione fiscale e per la disastrosa lentezza della magistratura si potrebbe trovare da copiare, per le mafie temo di no,ormai sono un cancro.
Ma torniamo alla scienza:prima che innumerevoli italiani debbano emigrare magari come
badanti;tecnici,diplomati, operai,laureati in India o in Svezia, mandiamo qualcuno a copiare.

domenica 24 gennaio 2010

Che fare?

Quando un Paese è diventato povero ed è chiaramente in decadenza, per prima cosa dovrebbe acquistarne chiara ed universale coscienza,senza comodi silenzi, (anch'io qui modestamente sto cercando di farlo).Disgraziatamente in genere accade il contrario:l'incultura e la superficialità dominanti spingono addirittura a entrare in fasi di semi-democrazia come sta accadendo da noi con l'esautorazione del Parlamento e della Magistratura ( e già così il gioco è fatto).Sarebbe necessario invece uno sforzo collettivo per salvare la vera democrazia,diventare così coscienti dell'abisso che aspetta tutti i giovani di questo paese:essi si troveranno tra un decennio a cercare asilo altrove scappando da un Italia balcanizzata e dai suoi dittatorelli. Si potrebbe stabilire un disperato programma in due punti:combattere il cancro delle mafie e puntare,copiandole,solo su nuove eccellenti tecnologie educative.

venerdì 22 gennaio 2010

Alzare la mano a scuola in Inghilterra

Sembra la stessa cosa ma non è:per me alzare la mano in classe significa farlo di propria iniziativa mentre l'insegnante fa lezione, significa cioè interrompere (apparentemente )la lezione per:esprimere un'idea interessante che è venuta in quel momento,chiedere di ripetere o di spiegare in altro modo,richiedere ancora se c'è un intoppo nella comprensione,fare una domanda,affermare di non essere d'accordo e perché,dire che sono stanchi e che vorrebbero riposare,chiedere di andare al bagno,dire che non si sente bene lui (o lei) eccetera.
In Inghilterra giustamente criticavano un metodo assolutamente negativo:quello di fare domande dalla cattedra alla classe per vedere chi è più bravo ,più veloce, più furbo.Questo metodo è selettivo e intimidatorio;non favorisce l'idea della lezione come conversazione,non diminuisce lo strapotere dell'insegnante ma lo esalta. Naturalmente dietro ci sono due stili diversi:uno aggressivo,l'altro volto a suscitare idee e a difenderci dalla soffocante passività a cui le istituzioni sembrano condannarci.Ma per far questo è necessario un insegnante culturalmente impegnato a liberare energie a simpatizzare con i timidi a difendere gli ultimi dalle prepotenze e,a volte,dalle persecuzioni dei bulli;un insegnante amico,non aggressivo,

mercoledì 20 gennaio 2010

Da noi tardi la storia della scienza


Storia della scienza? Nel dopoguerra la cultura italiana un po'crociana ma soprattutto baronale e supponente non curava molto né traduceva da paesi più evoluti la letteratura di divulgazione scientifica a cui partecipavano studiosi come
Whitehead,Wiener,Infeld;pian piano poi le cose sono cambiate ma forse troppo tardi? Insomma è difficile capire che cosa è accaduto in Italia per ridurci così.Sto cercando in modo frammentario e disordinato -per ora-cause e problemi.Spero di mettere in luce vari aspetti del disastro che ci attende.

Piccolo modo per salvare la creatività


Si dice sempre che la creatività del bambino diminuisce gradatamente con la rigida disciplina dell'apprendimento passivo .Ma non possiamo fare a meno di questo nella lunga carriera dello studente.Dopo i primi anni d'insegnamento in cui seguivo le orme di chi mi aveva preceduto sono cambiata:invitavo i ragazzi a interrompere con la mano alzata la lezione;solo un quinto circa della classe era già abituata a farlo,per gli altri era un invito imbarazzante e strano;non se ne capiva la necessità.Trovammo anche un modo semplice per annotare e valutare gli interventi in un'agenda.Dopo qualche tempo gli interventi dal posto coprivano i quattro quinti degli alunni nè venivano in nessun modo disturbati coloro che non lo facevano per rispetto del loro temperamento;ricordo che i colleghi di altre materie che insegnavano anche ai miei ragazzi mi rimproveravano un po'la fastidiosa abitudine dei miei alunni;almeno lo avessero fatto alla fine della lezione!

martedì 19 gennaio 2010

Amare considerazioni sulla matematica in Italia

Quante volte abbiamo sentito dire "odio la matematica"? Perchè non capita per altre discipline? Probabimente per le ragioni che abbiamo denunciato:è una materia di cui si nasconde il fascino per insipienza e per tradizione.Oggi che in Italia le scuole e le Università sono in irreversibile decadenza,il vuoto si sta facendo più evidente.Una cieca distinzione tra "le due culture" ha portato a termine la rovina.Il declino delle Università con i loro sterili nepotismi non spinge certo i giovani anche dotati a iscriversi a una facoltà che porterebbe solo all'insegnamento.

domenica 17 gennaio 2010

Matematica come madre della tecnica?


Presentare la matematica come matrice delle conquiste tecnologiche, come non fecero i miei professori di liceo? Oppure presentarla come vicenda di ricerche, di discussioni appassionate ieri come oggi?(come non fecero i miei professori di liceo?) Proporrei di presentare contemporaneamente le due facce ma da subito storicizzare per evidenziare l'aspetto più affascinante di questa disciplina che mai più dovrebbe essere odiata come capita adesso.

venerdì 15 gennaio 2010

insegnamento della matematica.


La matematica fino alla licenza liceale classica a me è stata insegnata sempre e da vari professori come se fosse una serie di giochi facili e assai interessanti;se avessero aggiunto anche le regole del bridge non mi sarei meravigliata; mi piaceva anche perchè non era necessario studiarla, bastava ascoltare bene la lezione, fare gli esercizi a casa lo trovavo divertente.Tutto qui;non sapevo che esistesse una storia della matematica e che la matematica era stata ed era una affascinante vicenda di ricerche, di vittorie e di sconfitte;nè il professore di storia della filosofia si interessava di queste cose.(Le due culture)Quindi in un classico si studiava poca matematica e male:né cultura né applicazioni pratiche.
Vorrei tanto sapere come stanno le cose oggi qui in Italia e se c'è un dibattito e dove.

giovedì 14 gennaio 2010

Una ipotesi modesta

Penso che un bambino-ragazzo che sia destinato teoricamente a diventare uno scienziato abbia bisogno di trovare nell'ambiente in cui vive molti elementi di stimolo che pian piano potremmo enumerare.Uno di questi è l'emozione della ricerca fine a se stessa.

mercoledì 13 gennaio 2010

Cerchiamo le cause più facili.


Uno scienziato nasce quando,a mio parere,acquista entusiasmo e passione nei primi vent'anni della sua vita.Se è così cosa manca nelle nostre scuole?

martedì 12 gennaio 2010

Altra ipotesi


Forse invece italiani geniali sono gradualmente scomparsi se vogliamo applicare anche in questo campo il nuovo punto di vista dell'epigenetica che sembra con nuovi sistemi di ricerca tornare alla vecchia teoria di Lamarck (1744-1829) secondo cui i caratteri acquisiti durante la vita ,per esempio in un ambiente modificato ,diventano ereditari incidendo così sul DNA. In questo caso non ci sarebbe più spreco di giovani geni italiani perché questi sarebbero semplicemente spariti.

Io vorrei semplicemente stimolare un dibattito e una ricerca che forse col tempo potrebbe uscire dal disordine e raggiungere qualche risultato.



domenica 10 gennaio 2010

Quanto spreco

Mi presento brevemente: non sono una scienziata ma un'ex insegnante di lettere che nella storia tradizionale dei programmi statali ha sempre inserito la storia delle scienze, della filosofia e di tutto ciò che va inserito nel momento giusto. Per questo ho frequentato e frequento tuttora tanti libri di divulgazione scientifica. E perciò, come accadrà probabilmente a molti di voi, vorrei tanto approfondire questo fenomeno: perché negli ultimi tempi ci siamo trovati fuori?
Si può credere che improvvisamente una popolazione intera subisca un impoverimento genetico corrispondente esattamente con i confini artificiali statali? No. Allora parliamo di spreco.