sabato 27 febbraio 2010
Nelle biblioteche un modo di pensare ai nostri figli
Sarebbe bello se nelle ore serali si organizzssero nelle biblioteche di quartiere o scolastiche degli incontri liberi con genitori, con insegnanti, con persone di cultura, psicologi, anziani. A scuola si sente la necessità di confrontarsi con le famiglie fuori dai soliti riti scolastici. Ricordo di aver conosciuto genitori in buona fede che mi riferivano di dare sempre poca importanza ai successi dei figli e di calcare eccessivamente sui difetti e sugli insuccessi. Altri non avevano tempo e lasciavano i bambini un po' troppo soli dando loro poi sempre ragione nei confronti della scuola. In tutti i casi dovremmo trattare i nostri figli come persone,che vogliono essere rispettate, acquistando autonomia e competenze prima possibile. Il bambino vorrebbe avere una opinione positiva di sé, ma autentica, non falsata dai rigidi schemi degli adulti; la infelicità dei bambini è spesso così grande e così ben nascosta perchè lui è separato da una secolare consuetudine di formalismo dal mondo che lo circonda.Questo ed altro si potrebbe cercare di comprendere se ci si confrontasse in modo più informale. e più spesso.
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